Invalsi

Le Prove nazionali INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) sono prove scritte svolte ogni anno da tutti gli studenti italiani delle classi previste dalla normativa. Il loro scopo è valutare, in alcuni momenti chiave del ciclo scolastico, i livelli di apprendimento di alcune competenze fondamentali in Italiano, in Matematica e in Inglese che la normativa prevede siano possedute da tutti i ragazzi. In base all’elaborazione dei risultati delle prove sono ottenute indicazioni per la valutazione a livello di classe, di istituto, regionale e nazionale.

L’attuale assetto delle prove è regolato dal decreto legislativo 62/2017, in seguito al quale sono state introdotte delle importanti novità. Dal 2018, in quinta primaria e in terza secondaria di primo grado, alle Prove di Matematica e Italiano è stata aggiunta anche una prova di Inglese che prevede un test di lettura e un test di ascolto. Dallo stesso anno, mentre in seconda e quinta primaria le prove vengono effettuate ancora su fascicolo cartaceo, in tutti gli altri gradi vengono effettuate al computer – mediante Computer Based Testing – e i risultati vengono trasferiti direttamente all’INVALSI. Sempre dal 2018 i risultati delle prove del Grado 8 (terza secondaria di primo grado) vengono restituiti anche sotto forma di livelli di competenze, ossia di descrizioni di quello che lo studente sa fare negli ambiti previsti dalle prove, quindi della capacità di compiere specifiche operazioni cognitive.

Dal 2019 sono state introdotte prove di Italiano, Matematica e Inglese anche al Grado 13, corrispondente all’ultimo anno delle scuole superiori. Anche per questo livello scolastico, come per il Grado 8, è prevista la restituzione dei risultati in termini di livelli descrittivi delle competenze.

La finalità delle prove nazionali INVALSI è quella di misurare in maniera standardizzata, cioè in modo oggettivo e uguale per tutti, alcune competenze fondamentali in Italiano, Matematica e Inglese. In questo modo i risultati sono comparabili fra scuole o aree geografiche diverse e, grazie a tecniche statistiche di “ancoraggio”, da un anno all’altro.
Le competenze esaminate sono alcune fra quelle che la normativa prevede siano insegnate e apprese nelle scuole italiane. A partire dalle Indicazioni Nazionali e dalle Linee Guida delle varie classi l’INVALSI elabora infatti i Quadri di Riferimento per la valutazione, documenti che tengono conto anche degli analoghi documenti internazionali e della prassi didattica, e in base ai quali lavorano gli autori delle prove.
Proprio perché a essere esaminate non sono solo le conoscenze, ma anche le competenze dei ragazzi, le prove INVALSI non sono dei test di memoria ma misurano le capacità di ragionare su questioni o problemi della vita reale, di utilizzare le conoscenze apprese, di connetterle fra loro, e di applicarle a problemi nuovi.
Con i risultati ottenuti dalle prove si possono identificare eventuali punti di forza e situazioni di difficoltà, ma anche scoprire eventuali disuguaglianze da scuola a scuola o da territorio a territorio, oltre alle dinamiche positive o negative dei risultati del tempo. L’esame dei risultati può aiutare a capire meglio alcuni problemi come la dispersione scolastica, le differenze di genere, l’inclusione degli alunni stranieri, o l’effetto delle scuole sulla preparazione dei ragazzi lungo il ciclo scolastico. I risultati delle prove sono infatti uno degli elementi a disposizione delle attività di autovalutazione degli istituti scolastici.
I risultati non costituiscono elementi per la valutazione dei singoli ragazzi, che resta prerogativa esclusiva dell’insegnante: non servono a valutare il lavoro degli insegnanti, né dagli esiti delle prove dipende alcun meccanismo premiante o penalizzante per gli istituti o per i docenti.

Per maggiori informazioni visitare il sito dell’ Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione