UNA GRANDE TRAGEDIA

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I bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki in Giappone furono due attacchi nucleari operati sul finire della Seconda guerra mondiale. Furono i primi di questo genere e vennero decisi dal nuovo Presidente americano H. Truman salito al potere nel 1945.

Purtroppo, mentre in Europa la guerra stava volgendo al termine e la Germania capitolava, nel Pacifico ancora nell’agosto 1945 si stava combattendo. Ciò portò il presidente Truman alla grave decisione di usare la bomba atomica per porre più velocemente fine al conflitto. Fu così che il 6 agosto fu sganciata la prima bomba atomica su Hiroshima e il 9 su Nagasaki. Fu una strage! Circa duecentomila morti, dei quali la quasi totalità erano civili innocenti. Fu un colpo molto duro per il Giappone, che sottoscrisse una iniziale resa il 15 agosto. Il 2 settembre 1942 finì definitivamente la guerra. L’utilizzo delle armi atomiche, nell’opinione pubblica e in quella degli studiosi, fu un evento molto controverso che generò pareri contrastanti, alcuni favorevoli, altri d’opposizione nei confronti della scelta. Ancora oggi il peso morale dell’azione statunitense è molto dibattuto. Disse Leo Szilard, scienziato che contribuì a creare la bomba atomica: «Se i tedeschi avessero gettato bombe atomiche sulle città al posto nostro, avremmo definito lo sgancio di bombe atomiche sulle città come un crimine di guerra, e avremmo condannato a morte i tedeschi colpevoli di questo crimine a Norimberga e li avremmo impiccati. »Per tanto si può capire come dopo quell’ enorme strage ci fu un ripensamento sul suo giusto utilizzo. Il Giappone subì una ferita mortale con questi eventi e purtroppo i danni radioattivi delle bombe, si ripercuotono ancora oggi sulla popolazione locale, con un alto tasso di bambini che nascono con deformazioni e problemi salutari. Furono, fino ad oggi, gli unici bombardamenti atomici di questo tipo e ci si augura che non ve ne saranno altri poiché non è accettabile un’ecatombe, un sacrificio, una carneficina di tali proporzioni che colpisca uomini, donne e bambini.

Youri Zabot, Marco Zorniotti 5^B