Il 20 maggio verrà celebrata per la prima volta in 115 nazioni nel mondo la giornata internazionale delle api. Per questa occasione, le classi quinte dell’ITIS, dell’Istituto Virginio Donadio e del Liceo Artistico hanno partecipato mercoledì 15 maggio alla conferenza “Inquinamento, rischio salute e biomonitoraggio degli ambienti” organizzata dalle tre Scuole di Cuneo.
Dopo l’introduzione del Dirigente Scolastico, dott. Ivan Re (preside di tutti e tre le scuole), i ragazzi hanno assistito alla presentazione della professoressa Fraire (docente di Chimica all’ITIS) e di alcuni suoi alunni relativa all’esperienza di alternanza scuola lavoro che ha studiato il miele come indicatore di salubrità dell’ambiente.
Successivamente, il professor Fornaro (docente di Scienze al Liceo Musicale e all’Agraria), ha esposto gli inquinanti ambientali e i danni che provocano alla salute di esso e degli umani, facendo riferimento in particolare ai pesticidi usati nell’agricoltura. Legambiente parla di 130 mila tonnellate di pesticidi immessi nell’ambiente ogni anno. Ma dove finiscono queste sostanze? Il 34% dei prodotti alimentari li contiene e il 70% delle acque di scorrimento superficiali ne presenta tracce. Solo per citare alcuni dati. Tuttavia non ne conosciamo gli effetti perché sono a lungo termine e mancano protocolli adeguati di monitoraggio e studio. Ciò non significa, tuttavia, che non siano pericolosi. Negli anni ’40, per fare un esempio, il DDT veniva usato massicciamente (è stato poi bandito nel 1972) e nelle pubblicità delle sigarette se ne consigliava l’uso alle donne incinte. Eppure, oggi, per fortuna, nessuno si sognerebbe di negare gli studi scientifici che hanno dimostrato incontrovertibilmente la dannosità di questi prodotti.
La conferenza ha visto anche il prezioso intervento dell’agronomo Marco Bergero dell’Associazione Aspromiele di Cuneo, che ha illustrato come viene effettuato il biomonitoraggio degli ambienti con le api. Il bio-monitoraggio, ovvero il monitoraggio degli effetti dell’inquinamento mediante organismi viventi e/o parametri biologici, è un’invenzione relativamente recente (risale agli anni ’80 del Novecento).
Perché le Nazioni Unite hanno sentito la necessità di istituire un momento di riflessione collettiva per la salvaguardia di queste piccole e laboriose bestiole? Perché le api possono darci una mano. Sono organismi ubiquitari e una famiglia di questi insetti può visitare fino a 14 milioni di fiori in un giorno e percorrere da 3 a 30 mila km nel suo viaggio di impollinazione contribuendo alla conservazione del 75% delle specie vegetali spontanee.
“Quando le api scompariranno all’uomo resteranno 4 anni di vita” e avremmo l’80% in meno di specie vegetali (e, per essere concreti, la perdita di 153 miliardi di Dollari all’anno).
In appena trent’anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale di api e vespe si è ridotta del 36 per cento a causa della diffusione dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, come pesticidi e insetticidi. In particolare, il pericolo principale è rappresentato da una famiglia di insetticidi, i neonicotinoidi, che riducono olfatto, memoria e senso dell’orientamento delle api.
Come ha sottolineato il Dirigente Scolastico, dott. Ivan Re, l’ambiente deve essere una priorità per ciascuno di noi e sono le piccole e buone pratiche che fanno la differenza.
La prima è sicuramente conoscere e condividere le informazioni.
Sono state due ore intense e sicuramente importanti per far riflettere e consapevolizzare gli alunni, che saranno gli adulti di domani.
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